Fondata dai Cistercensi (seconda in Italia dopo quella di Tiglieto) nel XII secolo. Nel 1223 ospitò S. Alberto e nel 1245 Papa Innocenzo IV. Dal 1569 al 1798 fu sede dell’Inquisizione. Nel 1878 passa alla famiglia Raggio che la rinnova in stile neo gotico. E’ oggi in un contesto privato.

La Badia di S.Andrea di Sestri Ponente

Focus di Sara Solaro, Socia Ascovil – Associazione delle ville di Cornigliano

Alle pendici del promontorio degli Erzelli, sorge, ancora oggi, quasi dimenticata, celata da mura e protetta da un cancello la Badia di Sant’Andrea. La fondazione del complesso composto da monastero, chiesa e torre di difesa posto sulla collina, risale alla seconda metà del XII secolo a cura dei cistercensi, Bernardo da Chiaravalle in persona, alcuni sostengono e nonostante i monaci fossero in numero ridotto, il loro fervore fu notato dalla comunità che li rese beneficiari di lasciti e donazioni. Grazie a questi il monastero si ampliò e divenne proprietario di terreni e mulini.Nel luglio del 1244 Papa Innocenzo IV, in visita a Genova, si ammalò e fu ospitato alla Badia per la durata della convalescenza di circa 3 mesi “ricavandone grande beneficio”. Il pontefice rimase sempre molto riconoscente nei confronti del complesso monastico. Anche S. Alberto, ancora oggi caro alla comunità di Sestri Ponente, trascorse un periodo a S. Andrea prima di ritirarsi nell’eremo. La storia della badia è costellata da un alternarsi di periodi floridi e periodi di decadenza: uno di questi si ebbe quando i territori della Badia furono teatro di lotte tra Guelfi e Ghibellini, nella prima metà del 1300. In altri casi, gli stessi abati, nel tempo, vennero sorpresi a consumare le rendite vivendo in modo dissoluto e, inoltre, per secoli si assistette a lotte di potere tra abati ed ex reggenti che coinvolgevano anche vescovi e dogi.

Un inventario del 1452 ricorda che la Badia possedeva, tra le altre, le reliquie della testa di Santa Barbara e di San Simeone. Quest’ultima fu oggetto di furto: dapprima fu trafugata e trasportata a dorso di mulo fino a Sestri Ponente, poi caricata su una barca fino a Savona e quindi trasportata verso Parigi dove il ladro tentò di venderla a re Carlo VIII. Il sovrano, intuito il reato, rifiutò la trattativa e la reliquia fu riportata al suo posto con tanto di richiesta di perdono.

Nel 1569, ormai in stato fatiscente, la Badia, rimasta senza monaci, fu data in gestione da papa Pio V alla Sacra Inquisizione e utilizzata per lo più come luogo di riposo dell’Inquisitore.

Nel 1797 gli Inquisitori cessarono la loro attività e l’edificio fu venduto a privati e nel 1804 il duca Vivaldi Pasqua la trasformò in villa signorile senza modificare struttura e i volumi.A metà del 1800 l’area della “badia” ci viene descritta come riccamente coltivata, dominata da un grande palazzo eretto dalla nuova proprietà con annessa torre e cappella, case coloniche, stalle e magazzini e accessi su tre lati. Nel 1889l’area fu acquistata dal conte Edilio Carlo Raggio già proprietario dello scoglio sottostante dove fece innalzare il celebre castello. Gli eredi del conte Edilio Raggio, nel 1938, permisero ai monaci benedettini di San Giuliano di Albaro, sfrattati dalla loro sede di prenderne possesso: l’edificio fu riportato alle proporzioni originali, mantenendo intatti i muri perimetrali e la facciata. Nel 1939 i monaci di San Giuliano, che si erano stabiliti provvisoriamente al Boschetto, si trasferirono alla Badia con una grande festa.

Solamente qualche anno dopo, tuttavia, venne nuovamente abbandonata e venduta a Italstrade che vi stabilì la sede. Lasciata anche da questa società, attualmente non si conoscono progetti concreti di riqualificazione.

      

    

L’originaria Badia sorgeva sullo scoglio di S. Andrea dove fu costruito il Castello Raggio demolito nel 1951 per far posto all’acciaieria.
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