PARCO PUBBLICO URBANO VALLETTA RIO S. PIETRO (Cornigliano ligure) – Quale destino?

E’ il più grande parco urbano pubblico, boschivo naturale della città (quasi 12 ettari). Sale fino a Coronata aprendosi panoramicamente. La parte mediana  è boschiva naturale mentre quella inferiore, dove sorgeva la fabbrica Dufour, ospita aree ludico sportive. Un’arena per spettacoli si trova  dove un tempo si trovava la peschiera di villa Doria Dufour. Nella parte più a nord sono presenti diversi orti urbani e un fabbricato. Oggi, in stato di abbandono e incuria amministrativa dal giorno dopo la sua inaugurazione avvenuta nell’anno 2000, attende ancora una sua riqualificazione attraverso un accordo tra Comune di Genova e Società per Cornigliano. Se non si interviene adeguatamente con contenimenti sugli argini del rivo tutta la zona a valle della Valletta, area ex Dufour, vie Cervetto e Pellizzari, sono a rischio esondazione.

Alcuni link che ne parlano.

Restyling parco Valletta Rio San Pietro: ecco il cronoprogramma dei lavori (genovatoday.it)

Valletta Rio San Pietro a Cornigliano, a breve al via i lavori di manutenzione  – Lavocedigenova.it

Valletta Rio San Pietro, presto al via i lavori: un milione di euro per sistemare 12 ettari di parco – Genova 24

ACCORDO COMUNE DI GENOVA E SOCIETA’ PER CORNIGLIANO LAVORI VALLETTA RIO SAN PIETRO | Genova contents.

Dopo gli annunci si attendono ora i fatti.

LA NOSTRA PROPOSTA
“COLLASSO E POTENZIALE RIANIMAZIONE DI UN PARCO URBANO”
Di Alessandro Micelli per Pro Loco Cornigliano ligure – APS
All’inizio dell’anno 2020 la “Valletta Rio S. Pietro” risulta in condizioni di elevato abbandono, degrado e pericolo.                            A causa dello stato in cui verte la maggior parte del parco è interdetta al pubblico. Questo breve studio ha l’obbiettivo
di analizzare le principali problematiche e proporre strumenti per la loro risoluzione.
Le criticità rilevate sono di varia natura e per agilità sono state suddivise in 8 categorie:
1. Verde;
2. Strutture;
3. Staccionate;
4. Selciato;
5. Scoli;
6. Palificate ;
7. Frane;
8. Arredi.
Per meglio comprendere le attuali condizioni del parco sono visibili in calce alcune foto.                                                                        1) VERDE
Come si può facilmente osservare l’intero bosco, costituito per lo più da robinie, è completamente
abbandonato a sé stesso.
Le piante parassitarie quali vitalbe ed edere soffocano molti alberi, una condizione che produce
l’indebolimento e il rischio di crollo degli stessi. Molte sono le piante abbattute che intralciano sentieri e
aiuole , alcune anche di grandi dimensioni. È necessaria la loro rimozione, la pulizia di quelle infestate e
l’eventuale abbattimento di quelle gravemente compromesse.
Le condizioni del sottobosco sono altrettanto degradate e costituiscono un elevato rischio di incendi, nonché
un impedimento al raggiungimento delle varie aree.
Vaste zone risultano ricoperte di rovi. Con interventi di pulizia meccanica (decespugliatori con lame da rovo)
queste possono essere rigenerate e destinate alla coltivazione di orti o al godimento del verde.
Anche il letto del rio è invaso da piante, tronchi e residui di crolli. Materiale che potrebbe ostruire il flusso
delle acque e generare esondazioni all’intero e all’esterno del parco con la conseguente e ormai quasi
abituale conta dei danni. Il letto, una volta ripulito, va mantenuto in buono stato nel tempo.
2) STRUTTURE
Le principali strutture della Valletta sono costituite da due ponti che attraversano il rio S. Pietro.
Entrambi sono stati realizzati circa 15 anni fa con un’architettura ben congeniata ma con materiali inadatti ,
come le condizioni odierne testimoniano chiaramente. Il lamellare d’abete è un materiale molto utilizzato
anche per la costruzione di grandi strutture (tetti e tettoie di grandi magazzini, soppalchi, solai ecc..) ma
sempre da interno. E’ noto che gli agenti atmosferici fanno marcire velocemente questo materiale. Per
strutture esterne è necessario utilizzate legnami resistenti all’acqua quali castagno, larice, teak…
L’intero smantellamento dei ponti e la ricostruzione con materiali adeguati sarebbe l’operazione più
razionale ma anche la più costosa.
Può essere presa in considerazione la possibilità di sostituire le parti del ponte marcite con legnami nuovi e
idonei e contemporaneamente trattare con impregnanti protettivi (trattamenti da ripetere periodicamente)
il resto della struttura. In questo modo è possibile garantire il riutilizzo e la durata dei manufatti .
3) STACCIONATE
Lungo tutto il percorso del parco il camminamento è accompagnato da staccionate di protezione.
La quasi totalità di queste sono danneggiate, marcite o crollate. Il materiale utilizzato non è adatto alla
durata all’esterno. L’intera opera va rimossa e sostituita con paleria di castagno adeguatamente trattata in
punta con catrame prima dell’interramento.
4)  SELCIATO
Tutto il percorso del parco è stato realizzato con sassi affogati in colate di cemento. Per la quasi totalità,
esclusa una piccola porzione nella parte alta , il selciato è inadatto ad ogni tipo di camminata, bruscamente
sconnesso è difficilmente percorribile senza correre il rischio di farsi male. Men che meno è idoneo al footing
o altri sport. Affinché il parco possa considerarsi sicuro nel suo banale attraversamento è indispensabile
livellare la sconnessione delle pietre con altro cemento e eventualmente “ levigare “ gli spunzoni troppo
sporgenti.
5)  SCOLI
La costante manutenzione dell’intero sistema di scoli del parco è la più grande garanzia a difesa dalle frane.
La pulizia di sorgenti,canali e tombini è fondamentale per irreggimentare il flusso delle acque, fra l’altro
sempre maggiore, onde evitare straripamenti e allagamenti. Attualmente, a partire dalla vasca a monte, per
continuare con i canali e le griglie fino al letto del rio la situazione è di completo abbandono. Terra e
fogliame ostruiscono gli scoli, l’acqua scorre in modo dissennato allagando aree non adibite alla raccolta
pluviale, appesantendo terreni e causando frane.
E’ necessario il ripristino dell’intero sistema e successivamente una costante e disciplinata pulizia.
6)  PALIFICATE
Anche le palificazioni che sostengono molti argini del percorso del parco sono state realizzate con legnami
inadatti e attualmente parzialmente o completamente marciti. È impensabile la loro sostituzioni con tronchi
adatti all’esterno ma può esser proficuamente realizzato un intervento di piantumazione di specie arboree a
profondo radicamento capaci di rinsaldare il terreno evitandone il prevedibile e naturale collasso.
Contemporaneamente all’ottenimento della conservazione dei terreni si arricchisce il parco di nuove piante e
colori.
Lo stesso trattamento può essere riservato per gli argini danneggiati del rio.
7)  FRANE
Oltre a quelle più piccole che interessano il letto del rio sono essenzialmente due le frane significative
all’interno del parco. Entrambe si trovano a ridosso del rio e presumibilmente provocate dall’erosione
dell’acqua. Interventi di ripristino delle strade crollate sono realizzabili successivamente al consolidamento
degli argini ceduti . il ripristino può avvenire tramite la costruzione di palificate in legno di castagno o di
muri in pietra con adeguati sistemi di drenaggio.
8)  ARREDI
Il Parco è arredato con numerosi manufatti in legno. Panchine, tavoli, cestini sono completamente
danneggiati e marciti. È necessario rimuoverli e sostituirli con nuovi e adatti all’esterno. È possibile ,
individuando aree adatte e sicure, costruirne altri per un maggiore godimento dello spazio verde.
Anche i barbecue nella zona alta e la casetta nell’area cani necessitano di opere di ripristino e manutenzione.
Lo stesso vale per la fontana e la vasca della sorgente.
VISIONI
Per rendere il parco maggiormente apprezzabile sarebbe idoneo individuare un’area (potrebbe essere quella
a ridosso della villa (ora demolita)  o all’interno della “pista di pattinaggio”) dove costruire giochi per bambini con materiali
naturali come è diffuso nei paesi del nord Europa. Ad essi, ovviamente, vanno accompagnati arredi e fontane.
Sarebbe auspicabile anche il ripristino di tutte le attrezzature per lo sport andate perdute così come il
potenziamento delle zone di ristoro e la costruzione di un palco nella zona dell’arena per spettacoli e
concerti. Indispensabile è la riattivazione dell’illuminazione in tutto il parco.
Attraverso l’utilizzo di un biotrituratore per smaltire sfalci di erba, sramature di alberi e fogliame è possibile
destinare una zona per la produzione di compost che i contadini della Valletta potrebbero utilizzare. In
questo modo si può creare un ciclo integrato di rifiuti verdi evitando fuochi o peggio trasferimenti in
discarica.
Le potenzialità di questo parco sono lampanti. Si tratta di uno dei pochi spazi verdi urbani che conserva uno
stato naturale. Oltre che le consuete attività sociali che ordinariamente i parchi ospitano il suo
posizionamento all’interno di terreni coltivati e ben mantenuti (spalla di Coronata e orti) permettono lo
sviluppo di progetti agro-urbani di indubbio interesse culturale e sociale.

PROPOSTA OPERATIVA CONDIVISA DALLA PRO LOCO CORNIGLIANO
Per rianimare la Valletta l’idea è quella di un presidio permanente costituito da due operatori che rivestono il
poliedrico ruolo dei costruttori-manutentori e custodi del parco. Tali soggetti agiscono sette giorni su sette
divisi in due turni e in azione contemporanea quando necessario coadiuvati da un esperto di ingegneria
naturalistica che segue la realizzazione dei progetti più complessi.
Gli operatori devono possedere capacità di intervento nel campo della manutenzione ordinaria e
straordinaria delle aree verdi e nella costruzione di strutture in legno (falegnameria e carpenteria). E’
necessaria la messa a disposizione degli operatori di adeguate attrezzature di lavoro, di un mezzo di carico e
trasporto, di uno spazio dove costruire durante tutte le giornate che non permettono il lavoro all’esterno, di
un’area coperta e sicura dove stoccare materiale da costruzione e, infine, di una zona adibita al
compostaggio.
L’impiego di personale volontario, Servizio Civile, GEV, socialmente utili o cittadinanza attiva, è auspicabile per tutte quelle operazioni non specializzate ( e comunque coordinate dai due operatori) ma, come dimostra l’esperienza, un’area così complessa non può essere
mantenuta solo con queste risorse.
Una volta riattivato il parco, affrontate e superate quindi tutte le criticità elencate, i due operatori
continuerebbero a occuparsi della manutenzione ordinaria e , in presenza di adeguati finanziamenti, ad
alimentare lo stesso di nuovi progetti. Ogni cosa, perché dia i suoi frutti e duri nel tempo, ha bisogno di
costante cura.

Pavimentazione “vesuviana”

                                                                                                                        

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