La monumentale villa di Paolo Spinola, ossia villa Spinola-Muratori di Lorenzo Bisio storico dell’arte
Costruito per Paolo Spinola tra 1559 e 1563 questo magnifico palazzo di villa, oggi adibito a condominio, venne commissionato all’architetto Giovanni Ponzello (1520 c.ca – 1597/98), impegnato negli stessi anni nel cantiere di palazzo di Baldassarre Lomellini e poi in quello Doria-Tursi presso Strada Nuova (1565-1579). Rispetto al nucleo di ville di proprietà degli Spinola ubicate presso l’antica via alla chiesa di San Giacomo (le odierne vie Cervetto e Tonale), questa è collocata in posizione centrale in quello che era un vero e proprio sistema di aggregazione vicinale, caratterizzato dalla presenza di imponenti palazzi padronali, posti in successione, muniti di muri di cinta, torri di difesa con giardini e vasti appezzamenti agricoli. Una presenza urbana quindi, giudicata più unica che rara nella storia architettonica e urbanistica cittadina poiché ci troviamo di fronte ad una sorta di “Via Aurea fortificata” in una località di villeggiatura. Questo grandioso edificio, non solo spicca per la sua monumentalità ed il massiccio balcone sormontato dalle tre arcate tamponate della primitiva loggia, che dava verso valletta San Pietro, ma anche e soprattutto per l’interessante stratigrafia di mutamenti di gusto, nella destinazione d’uso dei vani e nelle sopraelevazioni.
Sotto il cornicione nell’angolo a Sud – Ovest, infatti, vi è un frammento che presenta ancora traccia della decorazione a partito architettonico realizzata da Ottavio Semino (1527 c.ca – 1604) prendendo a modello quella che ornava i prospetti di villa Lercari a Sampierdarena (come richiesto dal committente nel contratto redatto nel 1563), per non parlare delle testimonianze in merito alla decorazione interna forniteci da Raffaele Soprani, biografo di artisti genovesi del Seicento, nelle sue “Vite de’ pittori, scultori et architetti genovesi” del 1674, nelle quali fa cenno delle decorazioni ad affresco con Storie di Alessandro Magno realizzate nello scalone monumentale dal pittore voltrese Andrea Ansaldo (1589-1638), andate perdute. Quest’edificio è di certo il palazzo di villa più grandioso e più documentato tra i tanti palazzi Spinola di Cornigliano, ma è anche stato il primo a subire profonde modifiche a partire dall’Ottocento, perdendo inoltre l’ampio lotto di terreno che giungeva fino al litorale ove vi erano il giardino all’italiana, gli orti e le coltivazioni ancora visibili nelle planimetrie del Vinzoni del 1757.
Nel Catasto del 1764 la proprietà risulta appartenere agli Spinola Balbases e l’edificio è segnalato come “distrutto dagli Austriaci” durante l’Assedio di Genova del 1746; proprietà che la famiglia spinola mantenne fino agli ultimi anni del secolo XVIII mutandone la destinazione d’uso a casa per i manenti. Nel 1810 invece, in base alle Matrici Catastali della Comunità di Cornigliano del 1809 e del 1812 conservate presso l’Archivio di Stato di Genova, il palazzo risulta appartenere a Louis David e al pittore Antonio Muratori adibendolo a fabbrica di mezzari.
Verso la fine dell’Ottocento l’edificio venne sopraelevato e diviso in appartamenti perdendo parte di quel fasto che lo caratterizzava. Un muro continuo, oggi interrotto da piazza Rizzolio, collegava il palazzo alla torre e proseguendo verso Ponente alla contigua villa Spinola-Narisano e alla sua torre di pertinenza fino al palazzo Spinola Raggi a fianco della chiesa di San Giacomo.
Alcune foto ed immagini d’epoca hanno tramandato ai giorni nostri quella che era l’originaria fisionomia della strada e della bellissima torre coperta con un tetto a padiglione, coronata da una parte sporgente su beccatelli decorati con mascheroni, oggi non più visibili, che pur bisognosa di restauri resta ormai l’unica testimonianza di com’era l’antica via.
FOCUS
GIOVANNI PONZELLO (1520 c.ca – 1597/98)
Membro di una famiglia di architetti originaria di Caravonica presso Imperia, e attiva a Genova e nel genovesato a partire dal 1550 c.ca, ricoprì dal 1576 al 1596 la carica di architetto camerale e soprintendente alle opere pubbliche della città succedendo a Bernardino Cantone (1505 – 1580), seguace del perugino Galeazzo Alessi (1512 – 1572), architetto che influenzò profondamente la cultura urbanistica e architettonica genovese. Il Ponzello eseguì interventi nella manutenzione di edifici pubblici quali il Ponte Calvi e la Lanterna, realizzandola sistemazione e il miglioramento della contrada di Soziglia. Per committenti privati progettò o diresse le fabbriche per alcuni palazzi di Strada Nuova, quali palazzo Giovanni Angelo Spinola (in via Garibaldi 5), oggi sede bancaria, costruito su suo progetto tra il 1558 e il 1564 e soprattutto la sua opera più importante ossia il palazzo Grimaldi Doria Tursi, dal 1848 sede del Municipio di Genova. Tra il 1565 e il 1580, inoltre, completò per Battista Grimaldi la villa detta La Fortezza a Sampierdarena, seguendo il progetto redatto da Bernardo Spazio
OTTAVIO SEMINO (1527 c.ca – 1604)
Pittore e frescante manierista nacque a Genova, figlio del pittore Antonio e fratello di Andrea col quale collaborò in diversi cantieri. Si formò a Roma assieme al fratello, studiando le antichità romane e i grandi maestri del Rinascimento. Fu attivo in diversi palazzi e chiese a Genova, Savona, Milano e Pavia. A Genova è possibile ammirare diversi suoi cicli pittorici ad affresco, ad esempio, presso il palazzo di Nicolò Spinola in via San Luca e in quello di Nicolosio Lomellini presso Strada Nuova (via Garibaldi 7).
ANDREA ANSALDO (1589-1638)
Questo pittore voltrese, fu allievo di Orazio Cambiaso (not. 1583-1589), figlio del più noto Luca (1527-1585). Fu inoltre in contatto con Bernardo Strozzi (1581-1644), la cui influenza si fece sentire su diverse sue opere; risultò sensibile anche all’influenza dei pittori fiamminghi (Rubens e Van Dyck),specialmente per quanto riguarda il colore e alla pittura lombarda manierista. Studiò accuratamente la prospettiva, della quale appresele basi teoriche dal Cambiaso, giungendo ad un grado di libertà nella composizione prospettica che lo portò ad essere considerato uno degli antesignani di quell’illusionismo pittorico da cui si sviluppò la grande pittura decorativa genovese, portata avanti poi dai suoi allievi: Orazio de’ Ferrari e Gioacchino Assereto.




