CAPPELLETTA DELLA MADONNA DELLA MISERICORDIA SEC. XVI
PONTE DI CORNIGLIANO LIGURE

Costruita nel 1550 sul ponte che allora era a schiena d’asino; ricostruita nel 1830 dopo l’allargamento del ponte e ancora nel 1903 quando il ponte venne appianato per consentire il transito dei primi tram. Nel 1999 la cappelletta viene rifatta insieme al ponte attuale. Nella cappelletta originaria venne firmato dal generale Massena l’armistizio  tra austriaci e francesi il 4 giugno 1800.

 

 

 

 

STORIA DELLA MADONNA DEL PONTE IN GENOVA CORNIGLIANO di Paolo Gennaro

Coloro che transitano lungo la strada che congiunge Sampierdarena con Cornigliano attraversano un ponte sul torrente Polcevera.             Nel mezzo del ponte sul lato a monte si nota la presenza di una piccola e graziosa cappella. Vedendo questa cappella viene spontaneo a recitare una “Ave Maria” di adorazione e per tutte le difficoltà della vita.

La storia di questa cappella è diversa da tante altre storie, essa infatti è stata eretta nel 1550 come riportato da una lapide, collocata nel suo lato destro, in ricordo di un tragico avvenimento.

Infatti leggendo l’opera dello storico Luigi Levati, intitolata: “Dogi biennali di Genova dal 1528 al 1699” e stampata nel 1930, si legge, nel capitolo relativo al Doge Benedetto Gentile Pevere di Giovanni (1547 Genova — ivi 1549), quanto segue:

“Ebbe il dolore, alcuni anni prima, di perdere l’unico figlio suo, vittima delle onde, giacché sprezzando egli la piena delle acque, volle passarlo a guado, non bastando al passaggio del carro coi bagagli, la ristrettezza del ponte e ivi perì. In memoria dell’amato figlio, volle far costruire a sue spese, un nuovo ponte sul Polcevera in Cornigliano, onde risparmiare ad altri simile sventura. Non poté vedere terminato il lavoro per la morte, ma nel suo testamento, lasciò 20.000 lire genovesi per condurlo a termine. Il ponte rinnovato, era basato su 12 arcate, così si esprime il Gentile nel suo testamento………………. “. Legat de bonis suis usque in summa librarum viginta millia
zenensis , pro costruenda illa maxilla pontis Corneliani jam incoepta in toto ponte, dumodo concurrat in ipsa expensa loco centum cum suis proventi bus Comperae S. Georgii.”

Successivamente venne collocata una lapide con la seguente iscrizione:

“Ex Legato vigintimillium librarum quas Benedictus Gentilis Joannis Filius pro hac Ponte aedificando legavit , hoc etiam Sacellum Deo Optimo Maximo, Divaeque Mariae exciptatum anno Dei MDLII”.

La lapide è stata asportata dalla cappella e non si conosce il luogo dove sia stata collocata.

Il Doge Benedetto Gentile, nato a Genova intorno al 1490, trascorse molti anni a Roma alla Corte Pontificia come Chierico di Camera, senza mai prendere gli Ordini Maggiori. Ritornato a Genova in quanto uomo di pace e distaccato dall’ambizione di carriere sia politiche sia religiose, venne nominato Doge il 4 gennaio 1547 subito dopo la fallita congiura di Gian Luigi Fieschi contro Andrea Doria del 2 gennaio 1547.

Precedentemente Benedetto Gentile aveva sposato, in una data imprecisata, Benedettina Fieschi, figlia di Paride e nipote di molti Fieschi. Dal matrimonio nacque un solo figlio di nome Francesco che ancor giovane perì miseramente, come detto, nelle acque ingrossate del torrente Polcevera.

Il Doge Benedetto Gentile morì a Genova nel 1565 e volle essere sepolto nella cappella sepolcrale dei genitori sita nella chiesa cistercense, e poi benedettina, di San Benigno fatta restaurare per se e per sua moglie. La chiesa di San Benigno non è più esistente a motivo della distruzione del colle di San Benigno avvenuta nel 1930 al fine congiungere direttamente Genova con Sampierdarena, per l’ampliamento del porto e per la costruzione delle nuova autostrada Genova Serravalle.

Già degli anni attorno al 1100 si avvertì il bisogno di un nuovo ponte non più in legno ma in muratura. Fu costruito un ponte, lungo 260 m. e con 12 arcate, che permise un migliore collegamento tra le due sponde del torrente, soprattutto nei mesi invernali per le frequenti alluvioni, ed in modo particolare favorì la viabilità con l’Ospizio, con l’Ospedale e con la Chiesa, a favore dei viandanti e dei pellegrini nel loro percorso prima di entrare nella città di Genova. La Chiesa è dedicata a Santa Maria, ed era vicina al ponte ed ubicata presso la riva destra del torrente. –

Questa Chiesa nel 1228 dipendeva dalla Chiesa di San Siro di Genova e dopo circa un secolo venne consegnata ai Monaci Umiliati che ebbero in custodia anche il vicino ponte.

Nel 1471 il Senato di Genova ottenne da Papa Sisto IV la bolla pontificia “Pia qualibet” datata 28 novembre 1471 che determinò la chiusura di tutti i ricoveri sparsi nei sobborghi di Genova e dei rifugi per i pellegrini, concentrandoli nel grande ospedale che stava sorgendo nel centro di Genova,

chiamato Ospedale Grande di Pammatone fondata nel 1423 dal giureconsulto Bartolomeo Bosco (Genova secondo metà del secolo XIV — ivi 1435 ca.).

Nel 1518 una grande piena del torrente Polcevera distrusse il ponte per cui gli amministratori del Comune di Genova ed alcuni nobili possessori di ville rivierasche parteciparono alla sua ricostruzione.

Nel 1579 si ebbe una nuova piena che provocò una grave danno alla struttura del ponte, tanto da limitarne la funzione.

Questa volta i restauri furono realizzati per merito di un altro nobile, Giovanni Battista Centurione, che venne incaricato dal Senato non solo di lastricare una parte delle strade di Cornigliano ma soprattutto di rifare il ponte sul Polcevera che era rimasto distrutto.

Il torrente Polcevera non era ancora dotato di argini.

Come già detto nel mezzo del ponte fu eretta nel 1550 una piccola cappella che nel 1582 fu visitata dal Vescovo di Novara Mons. Francesco Bossio (Milano inizio secolo XVI — Novara 1584). Mons. Bossio ebbe dal Vescovo di Milano Carlo Borromeo (poi divenuto Santo) l’incarico di verificare che le disposizioni del Concilio di Trento (1545 – 1563) fossero applicate anche alla Diocesi di Genova, che allora si estendeva dalla città di Genova fino a Chiavari.

Per il suo lavoro il Visitatore Apostolico redasse un grosso manoscritto, conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, composto da 650 pagine, dal titolo: “Liber ‘Visitationum et decretorum Illustrissimi et Reverendissimi D. Franciscii Bossi Visitatoris Apostolici Civitatis et Diocesis Genuae anni 1582″. Nel manoscritto si legge:

“In sacello Divae Mariae ad Pontem Cornigliani. Sacellum Dive Mariae supra Pontem Conigliani interdicitur a missae celebratiope, cum non sine periculo prestari id possit , at onus missarum in eo celebratione ex legato nobilis quondam Benedicti Gentilis prestetur in ecclesia Sanctae Mariae Incoronatae et cum regulares id onus grane nimis sentiant, ita ut minus fieri posse videatur reducatur in capitulo generali ad Tridenti Concilii presciptum.”

La traduzione è la seguente:

Il sacello dedicato a Santa Maria sul ponte di Cornigliano deve essere interdetto dalla celebrazione della Messa, poiché questa non vi potrebbe essere celebrata senza pericolo, e l’onore delle Messe che devono essere officiate in esso in base al legato del nobile Benedetto Gentile deve essere assolto dalla Chiesa di Santa Maria Incoronata, e poichè i regolari ritengono che tale fardello sia troppo pesante, e in modo che lo sia il meno possibile, si dispone che venga riportato nel Capitolo generale prescritto dal Concilio di Trento.

Mons. Bossio visitò in Cornigliano tutte le Chiese, tre Cappelle ed un Oratorio, comprese la “In Ecclesia Abbazia noncupata Santi Andreae….”, ossia l’Abbazia di Sant’Andrea (come allora veniva denominata), e la “In Ecclesia Dive Mariae Incoronatae”, ossia la Chiesa di Santa Maria di Coronata che successivamente divenne il Santuario della Madonna Incoronata. Il giudizio di Mons. Bossio su tutte le Chiese di Coorigliano fu molto severo, infatti egli redasse una serie di prescrizioni sul rinnovo dei locali, sugli altari, sugli arredi sacri e sui religiosi che allora governavano le Chiese. Dopo aver ricostruito il ponte in muratura, per la sua manutenzione ordinaria e straordinaria venne istituita l’Opera Camperia del Ponte, denominata dapprima “Masseria” e in seguito “Camperia”, che restò in attività fino all’inizio del secolo XX. • Questa Opera oltre ad avere la cura della manutenzione del ponte e della viabilità della strada aveva anche l’incarico della custodia e della manutenzione della Chiesa, dedicata a Santa Maria, dell’ospizio e dell’ospedale.

Con i lasciti delle famiglie nobili, devoluti alla Chiesa di Santa Maria, venne promossa molta beneficenza sia ai poveri sia agli infermi e sia all’istruzione dei fanciulli poveri dello stesso Comune di Cornigliano.

Nel 1888 la Camperia approvò un piano per la ricostruzione del ponte in una struttura molto più robusta ma la complicata vertenza legale tra il Comune di Cornigliano, la Provincia di Genova e la stessa Camperia proseguì per diversi anni. Agli inizi del 1910 il vecchio ponte sul Polcevera venne abbattuto e ricostruito in cemento armato.

L’antica cappella venne distrutta nel corso delle operazioni di ricostruzione del ponte. Essa era molto più ampia di quella attuale per cui la lapide e le decorazioni rimaste, che si trovavano all’interno della cappella distrutta, furono trasferite nella vicina villa Bombrini di Cornigliano. Nel 1797 con la costituzione della nuova Repubblica di Genova furono istituite le municipalità locali e così nacquero i comuni di Cornigliano e di Sampierdarena.

Davanti alla cappella della Beata Vergine (la Madonna del Ponte) il 4 giugno del 1800 si discussero i termini per la cessazione delle ostilità tra i francesi e le forze austriache ed inglesi, dopo 60 giorni di blocco e 45 giorni d’assedio di Genova.

Le vicende storiche che indussero a firmare alla cessazione delle ostilità ed a firmare l’accordo, sull’altare della cappella della Beata Vergine Maria, si svolsero come riportato successivamente. Il generale Andrea Massena (Nizza 1758 — Parigi 1817) duca di Rivoli, principe di Esling e Maresciallo di Francia, al comando dell’Armèe d’Italie dovette ritirarsi e rifugiarsi a Genova che dal 7 aprile 1800 venne stretta d’assedio. La resistenza contro austriaci comandati dal generale Ott e la flotta inglese comandata da Milord Weith si protrasse per settimane, mentre in città la fame. e le malattie falcidiavano la popolazione e la guarnigione che, alla fine, non era più in grado di proseguire la resistenza e di effettuare sortite.

Il 2 giugno una capitolazione molto onorevole dei francesi concedeva ad essi il rientro in patria e così si pose termine alla resistenza la cui durata aveva dato tempo a Napoleone Bonaparte di attraversare le Alpi e portarsi alle spalle austriaci vincendo la grande battaglia Marengo, il 14 giugno 1800.

Studiando la storia non si è mai saputo che un trattato che poneva fine alla vicenda di guerra potesse essere firmata sulla mensa di piccolo edificio religioso come la cappella della Madonna del Ponte. Il ponte di Cornigliano venne più volte distrutto dalle piene in quanto il torrente Polcevera non era incanalato e non era dotato di argini come è attualmente ed inoltre aveva numerosi affluenti più e meno impetuosi a seconda delle piogge.

Nel 1842 si provvide di allargare ed allungare il ponte con la costruzione di nuove arcate. Prima di questi lavori la larghezza del ponte era di poco superiore ad una corsia per cui i carri transitavano a senso alternato come per quasi tutti i ponti antichi.

Successivamente il ponte venne demolito e ricostruito più volte e nel 1903 la cappella della Madonna venne nuovamente distrutta per cui sorse con la Provincia di Genova una dura contesa, conclusa dopo tanto tempo nel 2000, per cui la statua della Madonna, che era custodita nella vicina Chiesa “Dei Santi Andrea ed Ambrogio”, venne ricollocata nella sua cappella .

Nel 1942 con la nuova sistemazione della strada provinciale (via del Ponte di Cornigliano), il ponte venne totalmente ricostruito con 12 arcate e con una lunghezza di 260 metri.

La nuova cappella divenne di aspetto diverso dalla precedente e mantenne lo stile del primo novecento con al centro una piccola porta con due piccole finestre laterali in ferro battuto.

Sulla cimasa comparve la scritta “Ave Maria”, con otto pinnacoli che sostengono stelle in acciaio a più raggi.

La Madonna tiene in braccio Gesù Bambino adagiato sul braccio sinistro e con la mano destra tiene il piccolo piede mentre il Bimbo con la mano destra tiene un piccolo mazzo di fiori.

La statua è in marmo e si presenta di discreta fattura e non si conosce il nome della scultore probabilmente di scuola genovese.

La festa della Madonna del Ponte viene sempre celebrata alla metà del mese di settembre.

I parapetti del nuovo ponte sono costituiti da rettangoli floreali come era in precedenza.

In origine la Cappella era collocata al centro di un pilone che consentiva una maggiore grandezza e stabilità ed invece dopo la ricostruzione del ponte la cappella è stata collocata al culmine di un’arcata centrale. Pertanto attualmente la cappella è più piccola come dimensione ma più bella per le decorazioni.

Alla Madonna del Ponte viene attribuito il merito di aver protetto il ponte dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale in quanto gli aerei anglo americani non riuscirono a distruggerlo.

Sul lato a sinistra della cappella venne collocata una lapide che riporta:

A Maria Madre di Misericordia la popolazione di Cornigliano con amore filiale riconoscente restaurò giugno 1978.

Mentre la lapide sistemata a destra riporta: Eretta nell’anno 1550 da Benedetto Gentile Doge della Repubblica di Genova.

In ricordo di questo avvenimento storico il Comune di Cornigliano collocò sulla piazza Massena alberata ,una lapide in ricordo dell’evento che afferma: Andrea Massena generale napoleonico 1758 — 1817

Si ringrazia la Dott.ssa Giustina Olgiati, funzionario dell’Archivio di Stato di Genova, per la sua preziosa collaborazione

I ponti e La Polcevera – Pro Loco Cornigliano

 

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