La manifattura dei mezzari a Cornigliano ligure

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La manifattura dei mezzari  a Cornigliano ligure

di Lorenzo Bisio, storico dell’arte

L’istituzione del nuovo Museo dell’Acciaio presso villa Domenico Serra, ex sede municipale, è un argomento che ha visto opinioni contrapposte circa l’opportunità di limitare ad un aspetto solo le caratteristiche industriali del passato di Cornigliano. Quali altri aspetti potrebbero essere presi in considerazione per una visione più completa dell’importanza industriale del passato corniglianese? Le voci sono diverse; pur non raggiungendo l’importanza dell’attività siderurgica possiamo ricordare la fabbrica Dufour, le fabbriche di sapone, la tessitura Rolla, il Cotonificio Durst, le tessiture di tele da vele, i cantieri navali etc.  Gustavo Dufour nel suo libro del 1938 “Cornigliano Ligure dalla seconda metà del 1800 ai primi decenni del 1900”, tramanda la memoria delle antiche fabbriche presenti a Cornigliano in quel periodo storico; in particolar modo riporta come sul finire del 1700 (1787) lo svizzero Giovanni Speich, assieme al fratello, fondasse presso il Polcevera una tintoria nella quale si producevano mezzari che ebbero un notevole successo.

Con la parola mezzaro vengono indicati dei teli di cotone stampati con colori vivaci, nei quali vi erano spesso raffigurati motivi decorativi di origine indiana e orientale, quali alberi fioriti (alberi della vita) con animali esotici e/o altri motivi quali navi o minareti, racchiusi entro una cornice floreale a ghirlande o con altri elementi vegetali e decori di gusto settecentesco o esotico. Questi tessuti ebbero lunga fortuna a Genova già partire dalla seconda metà del XVII secolo, quando si diffuse la moda di queste stoffe conosciute come “indiane“.

Utilizzate inizialmente dalle signore aristocratiche, passate in seguito alle donne del popolo, venivano utilizzate per velarsi il capo, uso non del tutto estraneo alla storia genovese e ligure. Nella seconda metà del XVII secolo però si assiste alla massima diffusione del mezzaro nella moda poiché cadde in disuso tra le classi altolocate alla fine del XIX secolo, quando divenne elemento caratteristico dell’abbigliamento delle classi popolari.

Questo velo veniva indossato dopo essere stato ripiegato a metà e mediante degli spilloni veniva fissato sul capo, mentre sul davanti venivano incrociati i lembi che ricadevano ai lati del corpo. Tornando all’arrivo a Genova dei fratelli Giovanni e Michele Speich, essi provenivano da Glaris in Svizzera dove vi erano fiorenti manifatture di “indiane” di alta qualità e nel febbraio del 1787 Giovanni fece richiesta alla Repubblica di poter impiantare a Cornigliano “…una fabbrica di Calancá, mesari, fazzoletti…” come è riportato nel documento conservato oggi presso l’Archivio di Stato di Genova nel Fondo Atti del Senato.

A seguito dell’autorizzazione gli venne concesso il “giusprivativo“, ossia il monopolio su questa attività per un periodo di 15 anni con la condizione però che si utilizzassero maestranze locali (si arrivò presto a 120 operai) che si sarebbero impegnate, per quel periodo, a non lavorare in proprio. Mantenere questo monopolio era tuttavia molto difficile poiché a Cornigliano si registrò presto la presenza di altre attività manifatturiere simili, come quella di Angelo Mario Torre e del pittore Luigi David, i quali nonostante le ripetute lamentele imitarono i prodotti degli Speich.

Queste proteste caddero nel vuoto e Luigi David ottenne a sua volta dalla Repubblica il diritto di stampare tessuti, nonostante gli Speich affermassero che i concorrenti realizzavano stoffe scadenti e che in questo modo si gettasse discredito sulla loro produzione. Oltre a queste attività sono state registrate a Cornigliano altre manifatture quali Hadner, Marchese e la fabbrica dei Fratelli Muratori.

L’attività di Giovanni Speich proseguì fino alla sua morte nel 1830 e continuata da suo genero il chimico Luigi Testori, che già nel 1825 aveva aperto una manifattura a Sampierdarena. Testori tramandò l’operato dello Speich al quale, stando anche a quanto afferma l’erudito Federigo Alizeri nel suo libro del 1864 “Professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia Ligustica”, viene attribuita la creazione dei disegni della maggior parte dei mezzari prodotti fino ai nostri giorni.

Testori proseguì l’attività fino al 1866 giungendo ad ottenere numerosi riconoscimenti quali la medaglia d’oro alla esposizione di Industria e Belle arti a Genova del 1846 e in seguito a Parigi. Il declino di questa produzione è riscontrabile nella seconda metà dell’Ottocento e delle sei manifatture presenti nel 1815 coi loro 430 lavoranti, si arrivò nel 1874 ad una stamperia con 60 occupati a Sampierdarena ed una a Cornigliano con otto soli operai a causa della più competitiva concorrenza sul mercato delle stoffe inglesi.

Focus

A Cornigliano per tramandare la memoria di queste importanti presenze storiche sul territorio possiamo riscontrare presso Valletta San Pietro l’intitolazione del Passo a Mattia Speich, membro della famiglia e fra i continuatori della manifattura che col tempo prese il nome di “Fabbrica di Michele Speich – Cornigliano” ed in seguito “Fabbrica Fratelli Speich – Cornigliano”.

Altra curiosità in merito a questa produzione è emersa da uno studio delle Matrici catastali della comunità di Cornigliano del 1809 e del 1812 conservate presso l’Archivio di Stato di Genova, si risconta infatti come nel 1810 Villa Spinola Muratori in via Cervetto appartenesse ai pittori Luigi David e Antonio Muratori, i quali adibirono l’edificio a stamperia per la realizzazione di mezzari.

 

  1. Cataldi Gallo, I mezzari tra Oriente e Occidente, Sagep Editrice Genova, 1988

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